Quando si parla di benessere, il corpo e la mente vengono spesso considerati separatamente. Ci prendiamo cura del corpo con l’alimentazione e l’attività fisica, e della mente con la riflessione, la meditazione, o percorsi psicologici. Eppure, il confine tra corpo e psiche è molto più sfumato di quanto immaginiamo. Oggi, la ricerca scientifica è concorde su un punto essenziale: muovere il corpo significa anche nutrire la mente. Ma in che modo l’attività fisica migliora il nostro benessere psicologico? Quali sono i meccanismi coinvolti? E quanto movimento serve davvero per vedere dei benefici?
Negli ultimi vent’anni, studi clinici, meta-analisi e revisioni sistematiche hanno evidenziato un effetto positivo e significativo dell’attività fisica sulla salute mentale. In particolare, l’esercizio regolare è associato a:
Secondo Paluska e Schwenk (2000), sia l’attività aerobica che l’allenamento di resistenza possono ridurre significativamente i sintomi di depressione e ansia, soprattutto nei casi lievi o moderati. L’effetto, in alcuni casi, è paragonabile a quello della psicoterapia o della farmacoterapia (Paluska & Schwenk, 2000).
L’attività fisica agisce attraverso più livelli integrati, che coinvolgono:
L’esercizio stimola la produzione di dopamina, serotonina, endorfine e BDNF (fattore neurotrofico cerebrale), tutte sostanze coinvolte nella regolazione dell’umore, della motivazione e della neuroplasticità (Kern, 2016).
L’attività fisica regola l’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene), riducendo la produzione di cortisolo in risposta allo stress e aumentando la soglia di tolleranza agli stimoli stressanti (Mahindru et al., 2023).
Fare movimento, soprattutto se in contesto sociale, rafforza l’autoefficacia, migliora l’immagine corporea, e può creare senso di appartenenza e connessione. Sport di gruppo e attività outdoor hanno effetti particolarmente positivi su isolamento sociale e stati depressivi (Schuch & Vancampfort, 2021).
L’attività fisica porta benefici trasversali, ma l’effetto può variare a seconda della popolazione:
Secondo l’OMS e molte evidenze cliniche, 150 minuti a settimana di attività aerobica moderata (es. camminata veloce, bicicletta leggera) sono sufficienti per ottenere benefici sulla salute mentale. Non serve correre maratone: anche 10 minuti al giorno possono fare la differenza, se praticati con regolarità (Gauci, 2013).
Come ogni cosa, anche l’attività fisica può diventare dannosa se portata all’estremo. Il cosiddetto “overtraining syndrome” può causare:
In alcuni casi, si può osservare una vera e propria dipendenza da esercizio, spesso collegata a disturbi dell’immagine corporea o disturbi alimentari. In questi casi, è fondamentale ricorrere a un aiuto professionale.
L’attività fisica non è solo una questione estetica o cardiologica: è un intervento di benessere psicologico, accessibile, sostenibile e potente. Inserire movimento nella propria quotidianità è uno dei gesti più concreti che possiamo fare per prenderci cura della nostra salute mentale.
Che si tratti di una passeggiata serale, una lezione di yoga o una partita con gli amici, muoversi è un modo per restare presenti, vitali e connessi a sé stessi.
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