Il condizionamento operante

All’interno del comportamentismo si sono strutturati tre principi cardine: il condizionamento classico, operante e vicario.

Burrhus Frederic Skinner, nonostante rispettasse molto Pavlov e il suo lavoro al limite della venerazione, era molto critico nei confronti del suo sistema complessivo, di cui non condivideva principalmente l’eccessivo fisiologismo né i suoi limiti esplicativi.

Il condizionamento classico riusciva a spiegare solo una gamma piuttosto limitata di fenomeni, per cui era necessario pensare ad una nuova forma di condizionamento, caratterizzato da una maggiore potenza esplicativa e in grado di spiegare una realtà non esplorata da Pavlov e dai suoi allievi.

Nel 1938 pubblicò il libro “Il comportamento degli organismi: un’analisi sperimentale”, nel quale rese espliciti i criteri per discriminare il condizionamento pavloviano (classico) e quello skinneriano (operante):

  •   Nel condizionamento classico, la RC è elicitata da una situazione stimolo ben precisa, alla quale l’individuo non può sottrarsi. Nel condizionamento operante, invece, non esiste alcuno stimolo che abbia proprietà simili tali da elicitare in modo automatico la comparta della RC. Ciò che assume un rilievo primario è il collegamento che si instaura tra la risposta dell’organismo e lo stimolo rinforzante, che ad esso segue. La risposta stimolo, che precede o è concomitante con la comparsa della risposta, è solo un’occasione che l’individuo ha per emettere la risposta. Dunque, non la determina;
  •   Nel condizionamento classico l’organismo svolge un ruolo del tutto passivo. Questa passività costituisce il prerequisito fondamentale affinché il condizionamento avvenga. Nel condizionamento operante, invece, la comparsa dello stimolo rinforzante (acqua, cibo...) è fatta dipendere dall’emissione di una risposta ben determinata;
  •   Secondo Skinner, il condizionamento classico è prevalentemente applicabile alle risposte mediate dal sistema neurovegetativo (salivazione, battito cardiaco, conduttanza cutanea,...), mentre quello operante si applica alle risposte mediate dal sistema nervoso centrale.

Strumentazione e metodologia del condizionamento operante

L’intera metodologia di Skinner si basa su tre elementi.

La gabbia di Skinner

Rappresentata nell’immagine di seguito, la gabba di Skinner consiste in sei elementi:

  • Uno stimolo discriminante (un suono, lampadina che si accende, o da altre situazioni stimolo) chiaramente percepibile;
  • Un “manipulandum”, ovvero un dispositivo la cui attivazione produce la comparsa dell’evento rinforzante. Nel caso del topo potrebbe essere una levetta agevolmente abbassabile; nel caso di piccione un disco che può essere beccato facilmente;
  • Un serbatoio che contiene stimoli rinforzanti in grado di attenuare la motivazione sperimentalmente indotta e che variano da specie a specie. Se l’organismo è stato sottoposto a digiuno, lo stimolo rinforzante sarà il cibo; se è stato sottoposto a disidratazione, saranno gocce d’acqua, e così via;
  • Uno spazio racchiuso (gabbia) che contiene lo stimolo discriminante, il “manipulandum” e l’organismo sottoposto all’esperimento;
  • Uno strumento in grado di registrare ogni scatto effettuato dall’organismo sul “manipulandum”;
  • Un quadro di comando elettronico (ora un PC) mediatile il quale sia possibile programmare la sperimentazione di stimoli discriminanti e la sequenza con la quale sono erogati i rinforzi.
La registrazione cumulativa

È la rappresentazione grafica usata da Skinner per quantificare i diversi momenti della seduta di condizionamento. Lo strumento è composto ad un rotolo di carta, che gira a velocità costante, un oscillografo o pennino che scatta di un’unità verso l’alto ogni volta che il “manipulandum” viene azionato. Per misurare la frequenza di emissione della risposta condizionata si prende in considerazione la pendenza della linea: tanto più ripida è e più elevata è la frequenza di risposta.

La metodologia

Si trattadel “disegno sperimentale sul soggetto singolo”, ovvero la possibilità di studiare sperimentalmente una sola persona, senza ricorrere alla pesantezza tipica dei disegni sperimentali di gruppo.

La variabile dipendente

Nel condizionamento classico, la variabile dipendente era la salivazione del cane in quanto essa, più di altre, si prestava ad una quantificazione relativamente agevole. La variabile dipendente scelta da Skinner, invece, è la frequenza di emissione della risposta, ovvero la misurazione del numero di volte in cui una determinata risposta fa la sua comparsa all’interno di un predeterminato intervallo di tempo.

I concetti fondamentali

Il rinforzo

Il rinforzo è qualsiasi evento che nelle stesse situazioni, o in situazioni comparabili, incrementa la probabilità della risposta che lo ha provocato e della quale esso dipendente. È, dunque, trans-situazionale, nel senso che può essere efficacemente applicato a situazioni diverse da quelle in cui l’evento ha inizialmente mostrato di possedere proprietà rinforzanti ed a soggetti diversi appartenenti alla stessa specie. Ogni evento, quindi, può divenire rinforzo ed essere utilizzato in tal senso.

Tipi di rinforzi

A seconda delle proprietà emozionali della situazioni in cui si manifesta l’apprendimento e degli effetti prodotti dal rinforzo, si distinguono due tipi di rinforzo: positivi e negativi. Il rinforzo positivo è quell’evento che consolida (rinforza per l’appunto) la risposta dalla quale esso dipende; ad esempio: cibo, acqua, contatto e riconoscimenti sociali,.... Il rinforzo negativo, invece, è un qualsiasi evento la cui cessazione consolida la riposta dalla quale essa dipende; ad esempio: prendo il paracetamolo per togliermi il mal di testa.

I rinforzi primari sono quegli eventi che possiedono la proprietà di rinforzare il bambino fin dai suoi primi momenti di vita (cibo, acqua...). Esiste un numero infinito di rinforzi secondari che acquisiscono la capacità rinforzante in quanto precedono o sono concomitanti con la comparsa del rinforzo primario.

Esistono i rinforzi commestibili e non commestibili ma concreti, i rinforzi simbolici come il denaro, e i rinforzi dinamici come l’andare a ballare o giocare ai videogiochi.

Per quanto riguarda i rinforzi sociali, sono la classe più numerosa e fanno parte dei rinforzi secondari. Tra questi troviamo l’attenzione, l’approvazione, l'attestazione di stima e l’affetto.

La generalizzazione

È un fenomeno molto simile a quello che avviene nel condizionamento classico. Avviene quando la risposta emessa nei confronti dello stimolo originario viene emessa anche nei confronti di stimoli ad esso simili, secondo il gradiente di generalizzazione dello stimolo.

L'estinzione

Quando una risposta, che è stata rinforzata secondo un determinato programma, non è più seguita da rinforzo tenderà ad estinguersi, ovvero ad abbassare la sua frequenza di comparsa fino ad arrivare al livello “0”. Il fattore che determina l’estinzione non è il trascorrere del tempo in sé e per sé, ma la mancata erogazione del rinforzo nel momento in cui compare la risposta che era stata rinforzata in precedenza.

La costruzione dei comportamenti complessi: il modellaggio

Consiste nel definire, precedentemente all’inizio dell’esperimento, un comportamento-meta al quale l’organismo dovrà pervenire, e nel rinforzare successivamente tutte le unità comportamentali che tendono ad avvicinarsi gradualmente ad esso.

Estensioni del condizionamento operante

Il comportamento verbale

Skinner sosteneva che il comportamento verbale non è altro che “un comportamento rinforzato dalla mediazione di altre persone”. Il comportamento verbale diviene un particolare tipo di condotta sociale, in cui entrano in gioco tre fattori.

  • Un primo individuo, colui che parla e agisce, dà vita al comportamento verbale;
  • La conseguenza, che è mediata dal comportamento di un secondo individuo, ovvero l’ascoltatore;
  • La “comunità verbale”, di cui il parlante e l’ascoltatore fanno parte, che modella il comportamento verbale di quest’ultimo affinché possa rispondere in modo adeguato.

Non è un fenomeno unidirezionale ma è un sistema circolare di rinforzi, fortemente mediato da una componente sovraordinata, ovvero la “comunità verbale”. La mediazione sociale diventa il fattore primario e determinante nella comunicazione tra individui.  

Il condizionamento verbale: l’effetto Greenspoon

Questo fenomeno è stato studiato per la prima volta da Greenspoon nel 1955, e consiste nel rinforzare determinate classi di risposte verbali mediate l’erogazione di rinforzi sociali quali: cenni di assenso, espressioni verbali come “mmh”, “Sì, bene”. Nel suo esperimento vide che la comparsa di praticamente ogni classe di risposte verbali aumentava, e da ciò si è scoperto che comportamenti apparentemente futili come quelle sopracitate giocano un ruolo non indifferente nell'influenzare il comportamento verbale delle persone. L'effetto Greenspoon ha da tempo acquisito una sua rispettabilità scientifica, al punto che la sua esistenza è ora del tutto accettata.

Bibliografia

·      Meazzini, P., Carnevali, F. (2019). Dal comportamentismo alla terapia del comportamento. FrancoAngeli Editore.

·      Zorzi, M., Girotto, V. (2004). Manuale di psicologia generale. Il Mulino, Bologna.

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